Spazio Radio Voci e Suoni rari in etere
Quella narrata di seguito è in breve la storia dei primi anni di di Spazio Radio.
1. L’era pionieristica
Spazio Radio nasce sperimentalmente nel 1976, proprio all’inizio dell’era pionieristica del settore radiotelevisivo, ma solo a luglio del 1978 inizia ad irradiare su Roma in maniera continuativa. Bastano un po’ di entusiasmo, creatività ed amore per la Radio per realizzare il sogno di essere On Air! Non esistono ancora apparecchiature tecniche professionali per trasmettere e quindi ci si improvvisa tecnici, costruendo in molti casi personalmente il trasmettitore e l’antenna. Spazio Radio va in onda per alcuni mesi grazie ad un trasmettitore di un walkie-talkie giocattolo con meno di 1 Watt di potenza opportunamente modificato per operare in banda FM. Successivamente si avvale della “mitica” microspia in FM da 1 Watt, in vendita in scatola di montaggio nei negozi di elettronica. La programmazione avviene solo per 2-3 ore al giorno. La scelta della frequenza di trasmissione non costituisce un problema perché la gamma FM è semivuota: si può addirittura cambiarla quotidianamente in base alle esigenze tecniche! Costituiamo anche una micro-redazione con il compito di realizzare il programma musicale (Disco-Boh), che sarebbe poi andato in onda per tutta la settimana.
2. Il salto di qualità
Dopo alcuni mesi di pura sperimentazione decidiamo di “investire” i nostri magri risparmi nell’acquisto di un trasmettitore FM in scatola di montaggio, completo di antenna del tipo Ground Plane, per sostituire la “microspia in FM” da 1 Watt (che molti pionieri come noi avranno senz’altro utilizzato). Il costo è quasi proibitivo (90mila lire), ma con un grandissimo sforzo economico riusciamo a portarlo a casa. Dopo circa una settimana di lavoro per il montaggio del kit (non dimenticandoci dei nostri impegni scolastici) e con l’aiuto morale e tecnico del titolare del negozio di elettronica Marcello Tulli (fondatore dell’emittente televisiva Telestudio), finalmente riusciamo a mettere in funzione il nuovo trasmettitore da 3 Watt! Dai primi esperimenti on air rimaniamo sbalorditi dall’efficienza dell’apparato: il segnale copre un raggio di circa 2 chilometri! Praticamente le nostre trasmissioni vengono captate in gran parte della zona sud-est di Roma, dove è ubicata la nostra antenna. Alla normale programmazione esclusivamente musicale, incoraggiati dai miglioramenti tecnici, dopo poco tempo affianchiamo una trasmissione di pura evasione (We Are The Champions) condotta da Claudio Patrizi e Marcello Cignitti (compagni di scuola), nella quale la musica si alterna all’esibizione di alcuni personaggi di fantasia rendendo piacevole l’ascolto.
3. L’aumento della potenza
La soddisfazione per i risultati tecnici raggiunti dura poco tempo. La nascita di nuove emittenti portano nell’arco di qualche mese ad un super-affollamento dell’FM e alla conseguente “guerra” per il possesso delle frequenze nella quale solo “il piu’ forte” riesce a prevalere. Veniamo interferiti pesantemente e, non essendoci alcuna legge nel settore radiofonico, siamo costretti ad aumentare la potenza di trasmissione. Decidiamo quindi di costruire un lineare da 60 Watt, il cui circuito è pubblicato sulla rivista Nuova Elettronica. La ricerca dei componenti è abbastanza lunga e per alcuni di essi come ad esempio le bobine è necessario autocostruirle. Si presentano alcuni problemi per realizzare alcune parti del circuito, soprattutto l’alimentatore per il lineare. Chiediamo aiuto, fra gli altri, anche a Maurizio Del Gatto, che qualche tempo prima aveva fondato la mitica Radio On Off di Roma proprio nell’appartamento sottostante la sede della nostra Radio, ricevendo da lui utili consigli. Un giorno, nel laboratorio ricavato nella mia stanza da letto, io e il mio amico Stefano Cenciarelli riusciamo (senza volerlo) a far esplodere un condensatore di livellamento a causa di uno scambio di polarità: nel giro di pochi secondi la stanza si riempie di un fumo intenso ed acre a tal punto che si rende necessario aprire la finestra per eliminarlo. Dopo altri inutili tentativi non ci rimane altro da fare che chiedere aiuto ad un tecnico esperto. Anche stavolta l’intervento del signor Tulli è determinante, il quale ci indirizza al signor Franco Nocetti al quale affidiamo tutta l’attrezzatura. Finalmente, qualche giorno dopo, possiamo mettere in funzione il nuovo apparato che, a detta del tecnico che lo ha ottimizzato, ci consente di irradiare il nostro segnale con 80 Watt di potenza! Non solo. Il signor Nocetti, oltre a riconsegnarci il lineare, ci regala persino una nuova antenna!
4. Quale nuova frequenza?
Le prime prove del nuovo impianto trasmittente da 80 Watt (sebbene solo un quarto della potenza arrivi in antenna a causa delle perdite introdotte da 40 metri di cavo) hanno un risultato soddisfacente, ma lontano da quello ottenuto con una potenza assai inferiore qualche anno prima. Ormai la gamma FM si è popolata di emittenti che, per prevalere sui vicini di frequenza, aumenta indiscriminatamente le potenze di trasmissione, che in breve tempo hanno raggiunto i 1000 Watt! Non potendo e non volendo noi adeguarci a questa logica assolutamente irrazionale, decidiamo di ricercare una nuova frequenza su cui trasmettere, mantenendo inalterata la potenza. Dopo pochi giorni di sperimentazione ci “accasiamo” sui 105,700 MHz, allora “vietati” perchè la banda FM da 104 a 108 MHz non era utilizzabile perchè riservata all’Aeronautica Militare. Con appena 20 Watt il nostro segnale riesca coprire un raggio di alcune decine di chilometri, raggiungendo persino alcune località situate aldilà delle montagne che circondano Roma! Soddisfatti del risultato decidiamo di potenziare la nostra programmazione. Diamo vita a “Improvvisazione in diretta” nella quale io e gli amici Stefano Cenciarelli, Paolo Felici e Adolfo La Favia diamo sfogo alla nostra “demenza”, senza però tralasciare l’informazione.
5. L’intervento dell’Escopost
Dopo pochi giorni dall’inizio delle trasmissioni sui 105,700 MHz vieniamo “pizzicati” dall’Escopost (ufficio del Ministero PPTT delegato alla vigilanza sulle radiofrequenze) i cui tecnici fanno irruzione presso l’appartamente dove ha sede la nostra radio. Ci contestano, chiaramente, l’occupazione di una frequenza non consentita, con la conseguente disattivazione dell’impianto e pagamento di una multa di 36.000 lire (una grossa cifra per noi studenti del 1982). Impauriti per le conseguenze dell’ispezione contattiamo il Presidente dell’AEL (Associazione Emittenti del Lazio), Mario Albanesi, per avere da lui rassicurazioni e un aiuto per poter riprendere le trasmissioni. Grazie ai suoi preziosi consigli riusciamo, dopo alcuni giorni, a riprendere le trasmissioni su una nuova frequenza.
6. L’incontro con l’Associazione Emittenti del Lazio e Radio Tenda
La frequentazione da allora sempre più intensa con Mario Albanesi, uno fra i pionieri dell’etere romano, ci convince a partecipare attivamente alle iniziative dell’A.E.L. (Associazione Emittenti del Lazio) in difesa della libertà di antenna a cui sono iscritte numerose emittenti radiofoniche romane. Spazio Radio partecipa alle iniziative organizzate dall’A.E.L., fra cui quella “storica” di Piazza San Giovanni con la realizzazione di Radio Tenda. Radio Tenda è il primo esperimento di interconnessione fra radio locali. Lo studio, ricavato all’interno di un furgone, è collegato 24 ore su 24 con la postazione trasmittente messa a disposizione da Sabino Mariano di Radio Chat Noir. Tutte le radio aderenti alla protesta si agganciano direttamente in banda FM sulla frequenza pilota, realizzando un circuito di informazione di vaste proporzioni che in alcuni momenti della giornata valica i confini della regione Lazio. Anche noi di Spazio Radio diamo il nostro contributo per la buona riuscita dell’iniziativa realizzando un programma satirico incentrato proprio sui problemi della radiofonia locale, condotto dal sottoscritto e da Fabrizio Angeletti. Fare Radio, da quel momento, significa per noi anche “lottare” per l’indipendenza e la difesa del diritto ad esprimersi, diritto esteso all’intero settore.
7. L’ingresso a Radio Proletaria
L’adesione all’A.E.L. ci consente di conoscere i colleghi delle altre emittenti. Molto importante per la crescita della Radio e dei propri redattori è l’incontro con Paolo Pioppi, direttore di Radio Proletaria. Frequentando i locali della radio situta nel quartiere di Casalbruciato e condividendo le battaglie portate avanti attraverso i suoi microfoni, decidiamo di entrare a far parte del gruppo di redattori-volontari che conducono quotidianamente la radio. Cinque anni di intenso lavoro e di enormi soddisfazioni dal punto di vista personale, professionale e politico, durante i quali anche la nostra Spazio Radio trae beneficio, arricchendosi di nuove trasmissioni (molte delle quali realizzate da Radio Proletaria e ritrasmesse sulla nostra frequenza). L’esperienza termina bruscamente nel 1990, a causa di una scissione nel movimento politico che controlla la linea editoriale dell’emittente, che nel frattempo prende la denominazione di Radio Città Aperta. Da quel momento riprendiamo ad occuparci esclusivamente alla nostra Spazio Radio.
8. Le concessioni-burla
Nel 1990 viene varata la cosiddetta Legge Mammì che per la prima volta regolamenta il settore radiotelevisivo, fino ad allora tenuto allo sbando dai Governi succedutisi nel corso degli anni per consentire agli attuali “padroni” dell’etere di rafforzarsi e spazzare via le emittenti più piccole a colpi di aumenti indiscriminati e ingiustificati delle potenze di trasmissione. Questa normativa costringe tutte le emittenti ad effettuare un censimento delle frequenze per poi, in base ai dati forniti, consentire al ministero di rilasciare le concessioni per poter continuare a trasmettere. Ebbene, la stragrande maggioranza dei titolari di radio e televisioni dichiarano di possedere impianti, potenze e frequenze non ancora attive o con caratteristiche diverse rispetto a quelle operative in quel preciso momento o addirittura postazioni in aree deserte! Il preciso scopo di tali “falsificazioni” è quello di ottenere concessioni da utilizzare in un secondo tempo o farne merce di scambio o di compravendita. Poco prima del rilascio di tali “concessioni”, i Carabinieri sequestrano tutta la documentazione dei censimenti depositati nelle stanze del ministero per controllare eventuali “anomalie”. Per effetto di tale “indisponibilità” di documenti viene imposto alle emittenti un nuovo invio delle dichiarazioni per non far ritardare il rilascio delle concessioni. I “pezzi” di carta senza valore non tardano ad arrivare, ma in breve tempo si assiste all’inspiegabile nascita di nuove emittenti, all’occupazione di frequenze mai utilizzate dai dichiaranti (e nel contempo da anni fruite da altri) e al “fenomeno” di piccole emissioni che poi crescono di potenza. Molte radio e tv che invece non hanno “barato” improvvisamente si ritrovano interferite e impossibilitate a proseguire la propria attività. In molti casi l’entità dei disturbi subiti costringe i titolari a svendere le proprie frequenze proprio agli interferitori-canaglia. Il nuovo Far West delle antenne dopo quello dei primi anni ’70, stavolta è stato creato ad arte dai soliti speculatori dell’etere con la inconsapevole (o consapevole?) complicità del Ministero PPTT. L’operazione concessioni praticamente si rivela una una vera e propria “burla”, perchè non garantisce l’uso esclusivo di una frequenza alle emittenti e nè offre la certezza di avere un segnale protetto; nel contempo obbliga tutti i concessionari al pagamento di salatissimi canoni e tasse, nonchè al rispetto di oneri di programmazione così gravosi da sostenere che risulta chiaro il piano del ministero di costringere alla chiusura il numero più alto di emittenti!
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